venerdì 28 gennaio 2011

11. 11 giugno 1991 - JOE JACKSON

Laughter & Lust Tour
Teatro Smeraldo - Milano
Durata: 1h 45'
Supporter: Hue & Cry
Prezzo: 44.000 Lire
Posizione: 6° fila
Sold-Out:
Pubblico: Pieno










Finalmente arrivava in Italia un artista che aveva segnato la mia fine liceo. 
Ricordo perfettamente come lo conobbi. Era un sera qualunque e stavo guardando distrattamente VideoMusic quando passarono la clip di 'Steppin' Out', che già ai tempi era tutt'altro che un pezzo nuovo. 
Mi innamorai perdutamente di quella canzone e anche del video, con le sue atmosfere newyorkesi malinconiche e demodé.


Uscii e mi precipitai in Piazza San Marco in Brera, dove un tempo c'era un grosso negozio di dischi, ormai scomparso da anni. Comprai l'album 'Night & Day' e a seguire 'Blaze of Glory', ai tempi l'ultimo suo lavoro. Peccato non averlo visto con il tour che lo seguì.
Come spesso accadeva in quegli anni arrivavo un tantino in ritardo sul periodo aureo degli artisti che scoprivo. 'Lughter & Lust' era un disco non proprio riuscitissimo, ma Joe Jackson era una di quelle passioni che al liceo avevo 'scelto', ovvero che non mi aveva 'attaccato' nessuno e che non condividevo (non per scelta mia) con le mie amiche: oltre a lui le già citate Wendy & Lisa, Pat Benatar e Prince.
Insomma: comprai il mio biglietto solitario che dopo l'esperienza di Suzanne Vega (dove la vedevo dal ginocchio in su) scelsi di posizionare un po' più indietro e in centro sul corridoio. Nearly perfect!
Ancora non riuscivo a godere del privilegio di poter arrivare 10 minuti prima dell'inizio del concerto e trovare il mio posto, libero, ad aspettarmi: ancora gioivo di quella perversa sofferenza ad aspettare ore ed ore seduto sul cemento e il balia delle intemperie. Uh, come si cambia!
By the way, lo show fu magico, come spesso accade solo nelle 'prime volte': scoprii un personaggio unico, capace di interpretare i suoi pezzi, soprattutto i classici, con una classe unica. Gran pianista, dinoccolato e un po' impacciato nei movimenti, incantava il pubblico milanese che scoprivo essere a lui da anni molto fedele. 
Tra una canzone e l'altra ci intratteneva con battute e frasi in italiano (più o meno) che leggeva da un piccolo block-notes che teneva in tasca e che estraeva all'occorenza.
Iniziò la scaletta proprio con 'Steppin' Out', un po' come a non volere pensarci più. Io teoricamente, col cuore sanguinante per l'improvvisa coltellata, sarei potuto morire lì dopo le prime 4 note, ma resistetti fino alla fine. La cosa mi permise di godere di una scena demenziale: il buffone Mario Luzzato Fegiz (per chi avesse la fortuna di non conoscerlo, trattasi del critico musicale del Corriere) pensò bene di andarsene dopo 4/5 pezzi. Ovviamente il giorno dopo sul suo quotidiano era pubblicata la recensione dell'intero concerto ... imperscrutabili misteri del giornalismo!
Le quasi 2 ore di concerto furono una gioia distillata e cementarono un amore che ancora oggi è vivo e vegeto.



Scaletta: Steppin' Out / Right And Wrong / It's Different For Girls / Got The Time / Obvious Song / It's All Too Much / You Can't Get What You Want / Another World / Fools In Love / The Other Me / My House / Home Town / Rant And Rave / Nineteen Forever / Oh Well / Jamie G. / Stranger Than Fiction / I'm The Man / A Slow Song

1 commento:

  1. mammamia quanto mi piaceva 'sta canzone!!! :)
    oggi la metto in loop per tutto il giorno

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