sabato 12 febbraio 2011

22-23. 25 e 31 ottobre 1992 - THE CURE


Wish Tour 1992
Patinoire De Malley - Losanna (CH)
Supporter: Cranes
Durata: 2h 30'
Prezzo: 36.000 FR.Ch (32.000 lire)
Posizione: Spalti
Sold-Out:
Pubblico: Pieno (10.000 p.c.)


Forum - Assago
Supporter: Cranes
Durata: 1h 50'
Prezzo: 38.500 lire
Posizione: Spalti
Sold-Out:
Pubblico: Pieno











I due concerti di cui sopra si possono ammirare i tagliandi d'ingresso, ho deciso di appaiarli perché a legarli indissolubilmente sono tanti dettagli, non ultimo il fatto che siano separati da soli 6 giorni l'uno dall'altro.
Andò così: il concerto dei Cure a Milano era ovviamente evento da non perdersi. Il ricordo dell'epopea esistenziale che fu l'8 giugno 1988 era allora un fuoco che ardeva nei nostri animi. Purtroppo avevamo perso per strada, nel mio caso solo momentaneamente, il quarto pilastro che era Barbara. Della nostra vecchia line-up rimanevamo io, Sara e Gabri. Mi ritrovai per l'occasione con una serie di nuovi 'compagni di viaggio': Ale, curioso di testare dal vivo una delle band culto degli ultimi 15 anni e che da poco stava cominciando ad apprezzare, complice il sottoscritto, ma per il momento solo su cassetta. Con noi il suo allora cognato Remo, grande appassionato di musica a cui due giovanissimi neo-adolescenti (io e Alessandro, ai tempi inseparabili) dobbiamo moltissimo in termini di conoscenza e cultura musicale.
Prima di quell'attesissima data però decisi che con Sara avremmo potuto ricreare un nuovo evento, qualcosa di unico da ricordare così, il giorno del suo compleanno a metà settembre, le regalai il biglietto per il concerto che qualche giorno prima rispetto alla data milanese i Cure avrebbero tenuto a Losanna, in Svizzera: era la data più vicina a dove risiedeva Sebastien che, ovviamente, sarebbe stato della partita. Io sarei partito qualche giorno prima, Sara ci avrebbe raggiunto il giorno del concerto in treno e assieme saremmo tornati a Milano. Quello che si dice un piano semplice e ben congegnato!
Quel giorno arrivò e con la scassatissima macchina di Seb, quella con cui una volta causa ghiaccio ci infilammo in un campo arato, facemmo rotta verso Losanna.
Un giro per negozi di vinili (dove trovai gioiellini come 'Tragedy' dei BeeGees!) ci permise di ammazzare il tempo che ci separava dall'appuntamento alla stazione ferroviaria. Che non ci fu mai: Sara non venne. La chiamai (col telefono a gettoni), ci mandammo a fare in culo e rientrai forzatamente in spirito pre-live. Era ora di mettersi in coda!
Il Patinoire visto da fuori era una struttura discretamente deprimente e i dark svizzeri erano anche più patetici di quelli italiani. Evviva! Prima di un live non mi fermo mai a considerare gli aspetti che non sopporto ai concerti, poi me li trovo di fronte e mi dico '...a già che ci sono pure 'sti esauriti!'.
Per sintetizzare si può dire che detesto la figura del 'fan hard-core lookalike'. Mi fa proprio venire voglia di tirargli due sberle, ma mi sono sempre trattenuto.
Tornando alla Svizzera, a Losanna e ai Cure (anzi, ai The Cure) ci mettemmo di fronte ad un cancello che prometteva davvero bene. Peccato che si aprisse verso l'esterno (dio ... solo gli svizzeri...) quindi, con mia somma gioia, al momento dell'apertura i primi trenta in fila vennero mandati in coda. Ora chiudete gli occhi e provate ad immaginare il mio umore: paccato da Sara a cui avevo regalato il biglietto e improvvisamente sbattuto nelle retrovie dopo aver tenuto in caldo per ore l'idea della prima fila.
Fossi stato gerarchicamente un po' più in alto avrei dichiarato guerra agli elvetici e mi sarei lanciato alla loro conquista ('qualcuno' qualche anno fa mi spiegò le ragioni razionali dei benefici che avremmo da quell'annessione e da allora sono sufficiente convinto)!
Scazzato, incazzato e decisamente nervoso decisi senza tema di smentita che se non potevamo avere la prima fila, saremmo andati sugli spalti. Il povero Seb si adeguò senza fiatare, felice di starsene comodamente seduto invece che schiacciato e sballottato. Mica eravamo ad un concerto di Prince!
Lo show, nonostante il pubblico non esaltante, sciacquò via il malumore accumulato e alla fine, dopo aver zittito un idiota impegnato ad anticiparci il titolo di tutte le canzoni che i Cure si apprestavano a suonare, lo show fu un vero evento-Cure. E mi mancava ancora quello di Milano!
Il fatto che fosse quasi una settimana dopo mi sembrava un piccolo significativo miracolo: per necessità e per ottimizzare tempi e costi l'ho sempre fatto, ma non ho mai amato vedere due volte consecutive (o tre, o quattro...) lo stesso concerto.

Qualche giorno prima del 31 decidemmo che avremmo fatto sfoggio della nostra 'storia', così prendemmo la decisione di fare uno striscione. Il primo ed ultimo della mia vita (sono certo che non ce ne saranno neanche nel mio futuro). Sopra un vecchio lenzuolo con lo spray nero scrivemmo DO THE HANSA.
Cosa significava? La faccio breve: per la sua genesi e per la sua demenziale leggerezza questa canzone vecchissima e misconosciuta dei Cure era stata la nostra colonna sonora, soprattutto in occasione dell'Interail che noi 4 facemmo nel 1991. Il pezzo è uno sfottò rivolto alla casa discografica (la Hansa del titolo) che non credette in loro pochi mesi prima che la band esplodesse a livello commerciale. Ne consiglio caldamente l'ascolto.
Con lo striscione al seguito prendemmo posto sugli spalti di fianco al palco: eravamo troppi per pensare di puntare ad un fronte palco, volevano godercela con maggiore calma.
Lo show fu purtroppo segnato da un malessere fisico che Simon (il bassista) si portò avanti per tutto lo spettacolo, rendendolo immobile e iporeattivo.
Robert Smith si scusò un paio di volte e chiuse il concerto con una scaletta ridotta, regalandoci però una 'Fire In Cairo' indimenticabile, voce e chitarra, inserita per dare un pò di tregua al compagno di sempre, e che scaldò i cuori dei 13.000 accorsi facendoli cantare a squarciagola F-I-R-E-I-N-C-A-I-R-OOO!!!

E il nostro striscione? Un successo insperato! Con Simon fuori uso dall'altra parte del palco e Robert che si guardava la punta dei piedi per tutto il concerto decidemmo di indirizzare la nostra attenzione su Porl, l'adorabile chitarrista della band, assieme a Smith, ovviamente. Diciamo che dei due è quello che sa suonare.
Insomma, ad un certo punto ci accorgemmo che Porl stava fissando lo sguardo verso la nostra zona: alzammo e tendemmo il lenzuolo per farglielo leggere ma, dato che lui continuava a guardarlo con aria dubbiosa, un breve controllo ci permise di accorgerci che lo stavamo tenendo al contrario ... SHIT! Una volta messo lo striscione nel verso giusto venimmo ripagati da Porl che ci indicò e si mise a ridere. Yeah! La missione dell'unico striscione della mia vita era compiuta!
Nonostante una scaletta di poco meno di 2 ore, comunque encomiabile pensando al povero Gallup che alla fine dell'ultimo pezzo, 'A Forest', lasciò cadere il basso ancora amplificato creando una esplosione sonora per correre dietro al palco, i Cure mi avevano regalato ancora una volta un grande concerto. Come me anche gli 'ospiti', Alessandro e Remo, uscirono soddisfatti.
Era il decimo concerto del 1992, un anno finalmente ricco di live!




Visto con: Sebastien
Scaletta Losanna: open / high / pictures of you / lullaby / just like heaven / fascination street / one hundred years / trust  / doing the unstuck / the walk / let's go to bed / friday i’m in love / it’s not you / in between days / from the edge of the deep green sea / never enough / cut / end / lovesong  / hot hot hot / why can’t i be you / three imaginary boys / primary / boys don't cry / a strange day / a forest


Visto con: Alessandro / Sara / Gabri / Laura / Remo
Scaletta Milano: open / high / pictures of you / lullaby / just like heaven / fascination street / trust / the walk / let's go to bed / friday i’m in love / fire in cairo / inbetween days / from the edge of the deep green sea / cut / end / lovesong / why can’t i be you / boys don't cry / a forest

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