sabato 30 aprile 2011

51. 13 novembre 1994 - SUEDE

Rolling Stone (Milano)
Durata: 1h
Prezzo: 30.000 Lire
Posizione: Spalti
Sold-Out: No
Pubblico: 1.500 pc






TREDICI NOVEMBRE MILLENOVECENTONOVANTAQUATTRO

A 17 anni di distanza posso individuare la data del concerto che ha rappresentato il punto di non ritorno, la scoperta di nuovi orizzonti musicali che non avrei più abbandonato.
Ci sarebbero state altre piccole rivoluzioni musicali (prima tra tutte la musica elettronica di cui il concerto di Bjork rappresentò un primo approccio) ma dal concerto degli Suede, con supporters i Manic Street Preachers in poi, le cose sarebbero cambiate.
Avevo visto la copertina del primo album degli Suede su un cartello pubblicitario al Virgin Megastore e mi aveva colpito per le stesse motivazioni che avevano incuriosito molti: non si capiva cosa rappresentasse, se il bacio di una coppia di uomini, di donne o mista. Lo acquistai quasi sulla fiducia di quello che quell'immagine mi suscitava e fu l'inizio del mio lungo e non ancora concluso rapporto d'amore con la Indie Music britannica.
Non conoscevo ancora gli amici che in quegli anni condivisero con me la colonna sonora della nostra giovinezza … ci eravamo sfiorati al concerto di Bjork e molti di loro, ancora sconosciuti, erano a pochi metri da me durante quel concerto.
Ero sugli scaloni del Rolling Stone e anche se non me lo ricordo, le note scritte allora suggeriscono che con me c'erano Roby e la sorella di una compagna del liceo, la Roberta con cui avevo condiviso la passione per gli Eurythmics. Strana compagnia.
Certamente sarei stato prontissimo a presenziare anche in solitaria, il richiamo era davvero troppo forte.
Il primo scontro però fu quello con i Manics. Cazzo, io non li conoscevo e senza saperlo mi trovavo a vedere e ascoltare una band dall'energia travolgente. Nulla a che vedere con le malinconiche e raffinate atmosfere degli Suede: le chitarre elettriche quasi punk di Richey James (che sarebbe scomparso senza dar più segni di sé di lì a due mesi e mezzo) e la strana acuta voce di James Dean non mi lasciarono indifferente.

Avevano appena dato alle stampe il loro capolavoro 'The Holy Bible' e io li ascoltai con attenzione, inconsapevole spettatore di uno di quei rarissimi concerti in cui il supporter è all'altezza dell'artista principale.
Mi ripromisi che con i Manics il discorso sarebbe stato approfondito, ma in quel momento la mia concentrazione era tutta dedicata agli Suede.
L'attesa non fu delusa: sul palco Bret Anderson ancheggiava ed ammiccava al pubblico. Con i pantaloni bassi sui fianchi e il ciuffo che gli scendeva di continuo sugli occhi, si muoveva sul palco sfacciatamente esibendo una femminilità senza pudori.

Ero profondamente colpito da quella sensualità che per quel che mi riguardava non aveva nulla a che fare con la sessualità.
La voce di Brett e la sua presenza scenica mi lasciavano a dir poco a bocca aperta: quello che stavo vedendo ed ascoltando mi piaceva molto di più di ogni mia aspettativa.
Il set durò pochissimo, circa un'ora e fu caratterizzato da un piccolo incidente sul palco: in una delle sue movenze caratteristiche Brett fece roteare il microfono sopra la testa. Peccato che non prese bene la misura del cavo e il chitarrista Richard Oakes si prese una microfonata in testa che non credo gli piacque.
E sulle dolci note di 'Still Life' si chiuse il concerto che cambiò tutto. Things would never be the same.


Visto con: Gabri / Roberto

Scaletta: Introducing The Band / This Hollywood Life / We Are The Pigs / Killing Of A Flashboy / Animal Nitrate / The Wild Ones / Pantomime Horse / Metal Mickey / My Insatiable One / The Asphalt World / The 2 of Us / So Young / Heroine / New Generation / Still Life

2 commenti:

  1. Grazie per questo tuo ricordo condiviso. Quella sera c'ero anche io, grande serata, piena di energia!

    RispondiElimina

Translate