giovedì 18 dicembre 2014

103. 8 luglio 1997 - DAVID BOWIE

Earthling Tour
Stadio Rigamonti (Brescia)
Supporter: Mansun
Durata: 2h 1/2
Prezzo: 40000 Lire
Posizione: Prato
Sold-Out: No
Pubblico: 7/8.000 p.c.













Non erano passati neanche 18 mesi dalla mia indimenticabile prima volta con David Bowie che il Duca Bianco mi faceva l'onore di tornare in Italia per il bis.
A dire il vero non si trattava di un vero e proprio bis, difatti se nel febbraio '96 l'album portato in tour era Outside, a questo giro toccava ad Earthling.

Il biglietto, bellissimo, era l'anteprima dello show che avremmo visto: il Bowie della cover dell'album, di spalle, si staglia di fronte ad un paesaggio verdissimo, sfoggiando un discretissimo cappotto disegnato per lui dall'allora non ancora compianto Alexander McQueen.
 
I ricordi non sono limpidi, dato che anche in quell'occasione non avevamo lesinato sulle sostanze di supporto. Tanto che uno di noi, non farò il nome, andò pesantemente KO tanto da perdersi in uno stato di semi-incoscienza buona parte dello show, che fu splendido: il Duca, bianco di nome e di fatto, teneva il palco in maniera sublime, vestito di broccati e tessuti orientali, circondato da enormi bulbi oculari teneva in mano il pubblico adorante.
La scaletta, a parte qualche episodio, lasciava pochissimo spazio alle grandi hit del passato, restando fedele alle sonorità elettroniche che caratterizzavano le produzioni del periodo.

Godemmo di tutto quel ben di dio da lontano, comodamente appostati ai margini del campo dello stadio di Brescia. Ci lasciammo attraversare dai suoni (spesso violenti), dalle luci e dalla classe strabordante del più rivoluzionario genio della musica pop-rock contemporanea.

Amen.


Visto con: Marco C., Giò



Scaletta: Quicksand All the Young Dudes (Mott the Hoople cover) The Jean Genie Dead Man Walking I'm Afraid of Americans Battle for Britain (The Letter) White Light/White Heat (The Velvet Underground cover) Fashion Seven Years in Tibet Fame Looking for Satellites Under Pressure The Last Thing You Should Do / Scary Monsters (And Super Creeps) / Hallo Spaceboy Little Wonder Encore: V-2 Schneider "Heroes" / The Hearts Filthy Lesson O Superman / Stay


Visto con: Marco C./Giovanni

giovedì 6 novembre 2014

102. 18 giugno 1997 - MICHAEL JACKSON


Stadio Meazza (Milano)
Supporter: Paola & Chiara
Durata: 2h 1/2
Prezzo: 56000 Lire
Posizione: Prato
Sold-Out: No
Pubblico: 40.000 p.c.

Michael, Michael, Michael ... ci avevo già provato due volte a vederlo dal vivo, ed in entrambe le occasioni era stato un disastro.
Nel 1988 sarei voluto andare a vedere il Bad World Tour (supporter: Kim Wilde!!!) a Torino, ma ero giovane ed inesperto, tanto da rinunciare ancor prima di aver formulato il desiderio nella mia mente.
Nel 1992 invece raggiunsi l'apice della follia in un concerto: acquistato il biglietto per andare a vederlo allo Stadio Brianteo di Monza, una volta entrato e preso posto sugli spalti, ebbi un moto di sconforto che oggi fatico a descrivere. Non so bene cosa mi passò per la testa ma, complice una pioggia incessante, decisi di andarmene prima dell'inizio del concerto. Uscii e tornai a casa, senza voltarmi.

Nel 1997, finalmente, con Marco decisi di cogliere l'ultima chance di vedere Jacko dal vivo in Italia. Che fosse l'ultima l'avremmo saputo solo qualche anno dopo quando morì prematuramente, ma che non stesse tanto bene era chiaro anche in quel periodo.

Prima dell'inizio però Michael aveva già stabilito un primato: quello del biglietto più grande mai visto. Un 'lenzuolo' stampato su cartoncino pesante ... roba d'altri tempi insomma!

Quindi, in un tiepido pomeriggio di giugno ci accomodammo sul prato di San Siro, sognando il giorno in cui, su quello stesso manto erboso, avremmo finalmente visto Madonna dal vivo. 
Dovevamo solo aspettare altri 12 anni e 28 giorni ... 

Per quella notte però la nostra attenzione sarebbe andata tutta alla più grande pop-star che il mondo avesse mai visto. E non era roba da tutti i giorni: per quanto non fosse nella sua forma migliore, nel suo genere non aveva rivali: era il meglio del meglio.
Prima di tutto ciò però la scaletta ci proponeva un succulento supporter: Paola & Chiara. È difficile riportare a parole la totale assenza di partecipazione dei fan di Jacko messi di fronte alle due sorelline canterine. Dal canto nostro posso solo dire che le loro urla amplificate non disturbarono il nostro riposo.

Ma veniamo allo show: alla fine di una intro che ricordo lunghissima (e anche un tantino cheap) da un razzo sbucato sull'enorme palco, uscì un Michael Jackson astronauta completamente vestito in lamè dorato.
Nella prima parte del concerto, per quanto il suo ballo fosse rimasto pressoché immutato negli anni, vederlo solo su quell'enorme palco mi fece una certa tristezza. Lo show ripercorreva la lunga carriera del cantante, ma nel riproporre le stesse coreografie e gli stessi costumi dei video, il risultato era che il tutto appariva un po' malinconico, a tratti grottesco.
L'effetto era un continuo susseguirsi di sentimenti contrastanti, un alternarsi di momenti esaltanti che coincidevano con i pezzi più iconici, ad altri di triste stupore, di fronte ad un idolo che si commuoveva durante un pezzo particolarmente coinvolgente, forse Heal The World, lacrime che non nascondo mi suonarono un tantino strumentali.
Ma al di là delle mie impressioni, era difficile e lo è tuttora, giudicare un uomo così universalmente idolatrato e al contempo così spudoratamente fragile, fisicamente e psicologicamente.

A livello visivo lo spettacolo era davvero poco coeso: lunghe introduzioni musicali, video riempitivi e una scenografia che nella sua opulenza aveva una fortissima connotazione kitch.

Con questi sentimenti contrastanti (miei, ma forse anche di altri che come me assistevano allo show) il concerto si chiuse con una serie di pezzi non proprio esaltanti che non contribuirono a farmi passare quel senso di disagio che non mi aveva abbandonato nelle ultime 2 ore.
Il dispiacere di avere perso l'occasione di vederlo 5 anni prima bruciava ancora di più.

E non mi aveva neanche cantato Liberian Girl!

Visto con: Marco C.


Scaletta:  Scream - They Don't Care About Us - In the Closet / Wanna Be Startin' Somethin' / Stranger in Moscow / Smooth Criminal / "The Wind" Interlude / You Are Not Alone / I Want You Back / The Love You Save / I'll Be There / "Remember the Time" Interlude / Billie Jean / Thriller / Beat It / Blood on the Dance Floor / Black or White "Panther" Interlude / Dangerous / Black or White / Earth Song / "We Are the World" Interlude / Heal the World (with "They Don't Care About Us" instrumental reprise) / HIStory
































Visto con: Marco C./Gabri


martedì 28 ottobre 2014

101. 14 maggio 1997 - JOVANOTTI

Forum (Assago)
Durata: 2h 1/2
Prezzo: 40000 Lire
Posizione: Spalti
Sold-Out:
Pubblico: Pieno








Diciamocelo: non ho mai disdegnato (e mai disdegnerò) di andare a vedere dal vivo gli artisti più disparati, compresi quelli più platealmente commerciali: ci sono però alcuni concerti del mio passato che, ripensati ad anni di distanza, mi danno una strana impressione.
Forse perché col passare degli anni il rapporto con molta della musica che ascoltavo un tempo si è deteriorato. I gusti fortunatamente cambiano e si evolvono anche se, nel mio caso, spesso rimane una sorta di immutabile affetto per alcune band e cantanti.


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Lorenzo 1992 e Lorenzo 1994 avevano fatto il miracolo, tramutando il Jovanotti cazzone e sbarbato in un nuovo genere di entertainer, a suo modo credibile e molto, molto seguito.
Quei due CD avevano girato abbastanza nel mio lettore agli inizi degli anni '90: avevano ancora quella leggerezza che ancora non era stata soppiantata dalla convinzione, mal riposta, di essere il nuovo fenomeno del cantautorato nazionale.
Proprio Lorenzo 1997 - L'albero diete il via a questa nuova (a mio parere insopportabile) fase di Jovanotti, ma allora non potevamo ancora saperlo.
Così, pur non avendo per nulla apprezzato il suo ultimo prodotto discografico, decisi di aggregarmi a M. e P. che si preparavano al concerto al Forum.

Lo show fu effettivamente notevole, sotto molti aspetti: Lorenzo, allora 30enne, era una macchina da guerra in grado di ballare, intrattenere, sudare e cantare. Sempre che quello che esce dalla sua gola si possa definire canto ... diciamo che con quella esse sifula e un intonazione discutibile, non si capiva se agli esordi quella di dedicarsi al RAP fosse stata una scelta o una necessità.

A parte questo dettaglio, lo show si rivelò sorprendente e divertentissimo: il palco, piazzato al centro del Forum, ricordava molto quello del LoveSexy Tour di Prince (1988) e permetteva a Jovanotti di spostarsi a 360° nelle sue corse a perdifiato.

Più di 2 ore e mezza di show, 33 pezzi proposti, giacche che si illuminavano, cori e canzoncine... ecco: questo fu il mio unico approccio a Lorenzo Cherubini. Come dicevo sopra la deriva mielosa (Per te, giusto per fare un esempio, ha sempre avuto il potere di farmi venire la nausea) e quella cantautoriale misero, di lì a poco, la parola FINE alla mia brevissima parentesi di simpatia per Mr. Gimme Five. Bella lì.

Visto con: Marco C., Piera



Scaletta: Il re / Intro / Big Bang / Tamburo / Libera l'anima / Attaccami la spina / Questa è la mia casa / Soleluna / Piove / Penso positivo / Umano / Il muratore / La linea d'ombra / Marco Polo (strumentale) / L'ombelico del mondo / Chissà se stai dormendo / Bella / Serenata rap / L'albero / Una tribù che balla / Occhio non vede cuore non duole / Il cuore / Io no / Non m'annoio / Voglio di + / Ueikap / Muoviti muoviti / Gente della notte / Ciao mamma / Ragazzo fortunato / Per la vita che verrà / Il fiore del 2000 / Io ti cercherò / Luna di città d'agosto / L'ombelico del mondo



Visto con: Marco C./Piera

mercoledì 15 ottobre 2014

100. 11 maggio 1997 - NICK CAVE & THE BAD SEEDS

Rolling Stone (Mi)
Durata: /
Prezzo: 34000 Lire
Posizione: 1° fila
Sold-Out: No
Pubblico: Pieno


100esimo concerto! Un evento da ricordare, celebrare e raccontare! 

E invece no: come sempre più spesso accade, i concerti di quegli anni visti con il caro F. si contraddistinguono per un totale azzeramento della memoria. Il nulla assoluto. Evviva! Però c'ero: vale comunque, no?





Scaletta: / Far From Me / Lime Tree Arbour / Stranger Than Kindness / Red Right Hand / Black Hair / The Carny / People Ain't No Good / West Country Girl / Brompton Oratory / I Let Love In / Mercy / Into My Arms / Henry Lee / The Weeping Song / Nobody's Baby Now / Where the Wild Roses Grow / The Mercy Seat / Plain Gold Ring (Nina Simone cover) / Stagger Lee

Visto con: Filo

martedì 14 ottobre 2014

99. 10 maggio 1997 - TRICKY

Velvet (Rimini)
Durata: ?
Prezzo: ?
Posizione: 1° fila
Sold-Out: No
Pubblico: ?


Sì, è incontestabile: in quegli anni Tricky era indiscutibilmente my thing. Oltre ad andare a vedere quanti più concerti possibili, non perdevo occasione per acquistare vinili, rarità, cd in anteprima. Londra, che era la mia meta abituale grazie all'attrattiva che aveva su di me e agli amici che ci abitavano (e mi ospitavano), veniva regolarmente saccheggiata e negozi come Sister-Ray e Rough Trade erano meta fissa, sin dai primissimi anni '90 quando il target erano Eurythmics e Prince. 
Quanti soldi ... ma quanta soddisfazione: passeggiare con tutti quei sacchetti di vinili, tornare a casa e ascoltarli con religiosa concentrazione.
Comunque, senza divagare troppo, ritorniamo a Tricky: per il terzo concerto si richiedeva una piccola trasferta. Rimini, a quei tempi, era da considerarsi tale.
Con me il fido Giò con l'allora dolce metà S. e l'inseparabile compagno di decine di live, Marco C.
Il sole splendeva, lo spirito era ottimo e ci imbarcammo per le 3 ore circa di viaggio che separano Milano dalla ridente località balneare romagnola.
I ricordi della giornata, confesso, sono pochi e confusi: tra questi cito una timidissima Martina Topley-Bird incrociata fuori dal Velvet prima dell'inizio del concerto e la strana struttura del locale, con grossi finestroni che creavano un'atmosfera strana, data che l'attesa dell'inizio dello show trascorse illuminato dalla luce del giorno.

Del live in sè ricordo solo la soddisfazione all'uscita.

mercoledì 3 settembre 2014

98. 14 aprile 1997 - LOREDANA BERTÈ

Magazzini Generali
Durata: 3 ore
Prezzo: ?
Posizione: Platea
Sold-Out: No
Pubblico: Pieno




Tante cose erano accadute da quell'unica breve ma preziosa occasione che ebbi di vedere Loredana e Mimì dal vivo di 3 anni prima
La più dolorosa era ovviamente che Mia Martini non c'era più.

La Bertè che andavo a vedere per la prima volta in un concerto tutto suo, un evento che aspettavo da alcuni anni, era una cantante (e cantautrice) sfregiata dalla vita, che con la vita aveva un conto in sospeso.
Il disco che veniva promosso in quel tour era quel Pettirosso da combattimento che aveva portato sulle barricate la voce più rappresentativa del panorama pop-rock degli ultimi 25 anni.
Sì, perché tutte le tracce che raccoglie ancora oggi non danno spazio alcuno alla leggerezza, alla speranza e ad una visione ottimistica del futuro. Quel Vaffanculo Luna che non aveva potuto urlare sul palco di Sanremo per colpa di quel perbenismo ipocrita che la voleva ai margini e che sapeva solo compatirla, nel disco era un urlo graffiante, pieno di rabbia. Un pugno nello stomaco.

Arrivato di fronte ai Magazzini in colpevole ritardo, in una fresca notte di aprile, trovai la strada di fronte ai cancelli brulicante di fans di tutti i tipi: da quelli della prima ora che avevano vissuto la sua grinta e la sua fragilità (di donna) dei fasti degli anni '80, ai più giovani, coinvolti invece dalla drammatica visione realistica della vita di una donna troppe volte ferita dagli eventi. Loredana non ha mai perso il suo pubblico, men che meno nei periodi più bui, dove la sua gente le si è sempre stretta attorno, protettiva senza esitazioni. Perché i suoi fan conoscono l'anima fragile che si nasconde dietro la grinta sfrontata di Loredana.

Una volta entrati nei piccoli e poco accoglienti Magazzini la cosa che risultò subito chiara era che saremmo stati molto (ma molto) stretti, dato che il locale era stipato all'inverosimile.
Noi eravamo a 3/4 metri dal palco, pressati in una massa uniforme di fan in fremente attesa.
Loredana, accolta da un boato, entrò completamente vestita in pelle nera, attaccando Amici non ne ho, un manifesto di quello che sarebbe stata tutta la serata. Alle sue spalle, sul fondo bianco, quel pettirosso color sangue, delicato e battagliero, che la rappresentava perfettamente.
Tra nuovi brani e vecchi cavalli di battaglia, tutti indistintamente cantati dal pubblico in coro, ricordo una Loredana che parlava, raccontava e introduceva ogni pezzo come sua consuetudine. Il concerto era pieno di energia, rabbia e sudore, sul palco come in platea. Loredana ad un certo punto ringraziò Ornella Vanoni, presente tra il pubblico ad applaudirla (immagino non schiacciata come noi però). 

Un episodio che ricordo benissimo vide protagonista Marco che per mezzo concerto, tra una canzone e l'altra, fu instancabile nell'urlare 'Gocciaaaa! Gocciaaaa!!' nella vana speranza che Loredana decidesse di cantarla. Peccato che Goccia non fosse in scaletta e lei dopo un po' perse la pazienza e (più o meno) scherzosamente gli disse che le canzoni le decideva lei e quella in particolare se la poteva scordare. Amen.

Alla fine dopo una serie infinita di uscite/acclamazioni/rientri e una miriade di bis ('finché non mi cacciano io non me ne vado dal palco!') l'inesauribile tigre ci salutò, consegnandoci la memoria di un concerto da 3 ore che lasciava ebbri di emozioni pubblico e artista.

Indimenticabile.


Visto con: Marco S.

martedì 12 agosto 2014

97. ?? ????? 1997 - ALEX REECE

Di questo DJ set si è persa qualunque informazione: era probabilmente la primavera del 1997 e da non molto era stato dato alle stampe l'album So Far che tanto avevo ascoltato, con le sue sonorità elettroniche, dance e jazz.
La location, anch'essa, si è persa nei meandri della memoria. L'unica cosa che posso dire con una certa sicurezza è che ero da solo e che il caro Alex fu abbastanza stupito nel vedermi di fronte alla consolle in attesa di un autografo. Che gentilmente mi concesse tra il mix di una canzone e l'altro!

96. 9 aprile 1997 - THE ORB

Palaconcerti Acquatica
Durata: /
Prezzo: 35000 Lire
Posizione: 1° fila
Sold-Out: No
Pubblico: /






Il concerto sono quasi certo di averlo visto. Quello che ricordo è una postazione rialzata per i due Orb, tipo piramide ... il resto è il nulla assoluto ...

Visto con: Filo 

95. 4 aprile 1997 - FRANCO BATTIATO

Forum (Assago)
Durata: /
Prezzo: 40000 Lire
Posizione: Spalti
Sold-Out: No
Pubblico: Pieno





Sull'onda del successo dell'album l'imboscata e, soprattutto, del singolo La cura il cantautore siciliano riporta la sua musica ad una chiave decisamente pop, tornando a suonare nei palazzetti. 
Indimenticabili Stranizza d'amuri, cantata in siciliano.


Scaletta: Ein tag aus dem leben des kleinen Johannes / Summer on a solitary beach / Strani giorni / Gli uccelli / Voglio vederti danzare / La stagione dell'amore / Slendide previsioni / Segunda feira / Amata solitudine / Povera patria / L'era del cinghiale bianco / Memoria di Giulia / Ecco com'è che va il mondo / E ti vengo a cercare / Centro di gravità permanente / Areknames / Sentimento nuevo / Bandiera bianca / Cuccurucucu paloma / La cura / Stranizza d'amuri / Prospettiva Nevski / Di passaggio

Visto con: Astrid / Dona

mercoledì 30 luglio 2014

94.4 - Guida ponderata alla PRIMA FILA per neofiti - 2° PARTE

SECONDA PARTE: 

Riflessioni e consigli su come CONQUISTARE e MANTENERE il posto fronte palco.

Ora che ci siamo lasciati alle spalle le gioie e i dolori della prima fila, veniamo al dunque, ovvero: come conquistarla e poi non perderla.

La prima regola fondamentale, se si tratta di un artista molto famoso e con un grande seguito, e voi non siete arroganti prevaricatori che non guardano in faccia niente e nessuno (e che per questo, pur di andare davanti sono pronti a rischiare la rissa) la prima, fondamentale, cosa da fare è presentarsi di fronte ai cancelli molto presto.
Quantificare con quante ore di anticipo sia il caso di uscire di casa per avere la possibilità (non la certezza), di arrivare alla agognata transenna, non è facile dirlo: per i cantanti davvero mainstream, e penso a Madonna, U2, One Direction e Vasco Rossi, per fare qualche nome, a volte non è sufficiente neanche passare la notte sull'asfalto: con questo genere di nomi, che creano un discreto isterismo collettivo, il rischio è di trovarsi circondati dalle peggiori iene che potrete incontrare nella vostra vita. Persone il cui unico scopo nella vita è vedere il loro artista da vicino e che per raggiungere l'obbiettivo non si faranno scrupoli a schiacciarvi, fisicamente e psicologicamente. 
Paura è? Chi si è fatto un po' di concerti di Madonna sa di cosa parlo ...

Quindi, se siete sufficientemente giovani e motivati, fatelo. Non è indispensabile passare 24 ore di fronte a un cancello chiuso: il più delle volte, anche andare qualche ora prima può essere sufficiente. Una buona corsa all'apertura farà il resto, insieme, se possibile, al non avere zaino o borsa: vi eviterà di essere fermati dalla security per il controllo di routine … pochi secondi di stop che potrebbero costringervi nelle retrovie (con conseguente crisi isterica)!
Se volete a tutti costi andare davanti ad un determinato concerto, acquistate il biglietto fisicamente (fatevelo spedire o compratelo in una rivendita): in questo modo scongiurerete qualunque problema legato ad una apertura ritardata della biglietteria: io ne so qualcosa!
Un altro consiglio: se non volete essere troppo pressati state un po' di lato. Nei concerti più hard che prevedono pogo e danze sfrenate è proprio nella parte centrale che si concentra la parte di fans più scalmanati.
Poi: se una volta entrati vi trovate in 2°/3° fila, seduti in platea come spesso viene chiesto di fare dalla security nei palazzetti o negli stadi, non perdetevi d'animo: tenete d'occhio la gente che vi sta intorno, perché il più delle volte basta che qualcuno si muova per sgranchirsi le gambe per innescare la reazione a catena che fa alzare tutti in pochi istanti. Se sarete attenti e pronti, in quella frazione di secondo potreste scavalcare chi vi sta di fronte e agguantare la transenna. Ovviamente vi insulteranno, ma come si diceva, la prima fila è una giungla e non si può mostrare pietà per nessuno. Ci vuole sangue freddo.

La corsa è uno degli elementi fondamentali per raggiungere l'obbiettivo. Una volta aperti i cancelli, non guardatevi in giro, non cercate amici/fidanzati/parenti: correte facendo attenzione a non inciampare, soprattutto sugli scalini, perché rischierete di essere schiacciati. Puntate un'area della transenna, fiondatevici, sedetevi e cercate i vostri compagni: una volta individuati urlate per farvi individuare. Se si è con altri, tutti sulla transenna, è più semplice restarci fino alla fine del concerto.

Chiudiamo con la 'conservazione' del posto: sì, perché anche quando si ha saldamente la doppia presa sulla transenna, non si deve mai dimenticare che con ogni probabilità qualcuno dietro di voi sta già tramando per prendervi il posto. Quindi:

1. Non commuovetevi per la ragazza bassa che con occhi da cerbiatto vi implorerà di farla passare davanti perché non vede niente. Nessuna pietà: la prossima volta si sveglierà prima e correrà più veloce.
2. State attentissimi a quelli che da dietro di voi si aggrappano alla transenna: nella calca è uno dei metodi più subdoli ed efficaci per inserirsi tra due persone: ballando e cantando tirategli delle sonore gomitate sulle dita. Gli farete passare presto la voglia.
3. Non mettetevi mai di lato, con il fianco contro la transenna, pensando magari di diminuire la pressione: migliaia di persone schiacciate dietro di voi contribuiranno ad occupare ogni millimetro quadrato lasciato libero da voi e in quella posizione, agganciati con una sola mano, avrete ottime possibilità di essere risucchiati indietro.
4. Se c'è abbastanza spazio per uscire e avete qualche amico che si può allargare per tenervi il posto potete anche azzardare una breve evasione. Ma attenzione: il pubblico potrebbe stringersi in vostra assenza e voi non riuscire più a tornare dove eravate.

Credo di aver detto tutto.
Se vi sembra complicato raggiungere e mantenere la prima fila, è giusto anche ricordare che la maggior parte dei concerti non innesca l'isteria collettiva che ho raccontato sopra: spessissimo basta arrivare poco prima per trovare ampi spazi liberi. 
Capita anche che invece di accalcarsi la gente se ne stia ognuna col proprio spazio vitale, anche se di pochi centimetri e allora si sta comodi e si vede bene anche dalle file dietro: all'estero per esempio capita di frequente (Inghilterra, Olanda, Belgio e Stati Uniti per esempio, meno in Francia e Spagna) e va detto che è bellissimo poter stare davanti e al contempo poter ballare senza essere schiacciati.

Nei grandi eventi invece viene spesso allestita un'area transennata nei primi metri dal palco: di solito costa qualche euro in più ma vale tutti i soldi che spenderete … sarete vicini allo spettacolo, potrete ballare, mangiare, spostarvi e andare in bagno. Si può riuscire ad introfularsi anche senza pagare di più, ma per farlo bisogna essere delle attrezzate macchine da guerra! Un argomento che meriterà un post a sè un giorno.

Basta, penso di aver detto tutto. 
Spero che questa mini guida sarà di aiuto e ispirazione soprattutto ai giovani fanatici alle loro prime esperienze di concerto. Tutti voi, chiunque sia il vostro artista favorito, andate, ballate e cantate: avete la mia benedizione.

lunedì 28 luglio 2014

94.3 - Guida ponderata alla PRIMA FILA per neofiti - 1a PARTE


PRIMA PARTE: 

Riflessioni sui PRO e i CONTRO di un concerto visto in prima fila. 

Parto subito dalla conclusione: il concerto visto dalla prima fila è la cosa migliore che possa capitare ad un fan.
Non ci sono se e ma che tengano: vedere il live a pochi metri dal cantante o band che si ama, non ha eguali per chi, quel cantante o band, li segue con la giusta dose di fanatismo.

Ma andiamo con il giusto ordine: chi non vede molti concerti o è alle prime esperienze da spettatore, normalmente si immagina la transenna di fronte al palco come una chimera irraggiungibile, una meta per pochi eletti o, al contrario, una vera bolgia infernale dove regnano il dolore e la sofferenza. Un po' di verità c'è in entrambe le deduzioni: di solito nelle prime file si accalcano i fan più hard-core, quelli che sanno tutti i testi e che sono disposti a regalare qualche ora del proprio tempo per una coda, in nome dell'amore del loro artista preferito. I fanatici, come il sottoscritto.
È anche vero però che la transenna, una volta conquistata, regala alcuni lussi che nessun'altro in platea potrà sognarsi.

Ed è proprio con i PRO che voglio dare vita a una mini-guida alla conquista e conservazione della prima fila... con che qualifica mi metto in cattedra? Solo l'esperienza di una una novantina di prime-file, alcune ottenute con grandi sacrifici, altre difficilissime o dolorosissime, il più delle volte esaltanti e basta!
Cominciamo quindi con l'elencare tutto quello che potrete godere una volta arrivati di fronte al palco: 
1. Potrete sedervi (appoggiando la schiena) in attesa che il concerto inizi.
2. Oltre ad avere il vostro amato front-man a pochi metri da voi, potergli leggere le espressioni del viso, ammirare il sudore che gli cola dalle tempie e magari anche toccarlo, potrete riposare le vostre stanche gambe (stare fermi in piedi per ore mette alla prova anche i più allenati) appoggiandovi alla transenna.
3. A meno che non siate ad un live molto energico che prevede pogo e pressione asfissiante, con le braccia potrete crearvi un piccolo spazio vitale, che unito al fatto che sarete tra i pochissimi privilegiati a non avere il naso nell'ascella della persona che vi sta di fronte, vi darà grande sollievo e la forza per arrivare sani e salvi alla fine dello show.
4. Se il concerto si svolge all'aperto, su un prato e dovesse piovere (capita), probabilmente vi bagnerete, ma sarete tra i pochissimi a non essere immersi nel fango fino alle caviglie: le transenne hanno più di mezzo metro di pedana antiribaltamento che le rendono stabili su cui voi sarete ben piantati. Oltre a questo sarete tra i pochissimi a vedere qualcosa dato che non avrete ombrelli aperti a coprirvi l'intero palco.

Altri benefit che potrebbero sembrarvi secondari ma che all'occorrenza vi faranno molto comodo: dalla prima fila puoi uscire se ti senti male, puoi implorare dell'acqua a quelli della security adducendo un mancamento o uno stato di forte disidratazione (ma rischi che chiamino quelli della croce rossa e che ti portino via forzatamente), puoi fumare se sei all'aperto, senza rischiare di dar fuoco a chi ti sta di fronte.

...e comunque sei lì, il tuo amato artista sarà a pochi passi da te, nessuno potrà ostruirti la visuale anche se sei alta 1 metro e 45 e potrai vedere tutto lo show dall'inizio alla fine.

Ora, dopo aver elencato i tanti pro, non posso purtroppo risparmiarvi i pochissimi contro. 
Il primo, e quello da tenere sempre presente, è che 9 volte su 10, una volta che vi sarete assicurati il vostro posto in paradiso, non potrete più spostarvi da lì, pena dire addio all'agognata transenna e alle ore perse in coda, nella canicola o sotto le intemperie a sentire altri fan cantare (male) le canzoni dei vostri beniamini.
Dietro di voi ci sarà sempre qualcuno che vi detesta per il solo fatto di essere lì e che tramerà per sottrarvi il posto fronte-palco.
Questo cosa significa? Molto semplicemente: scordatevi la birretta, la focaccia farcita, di sgranchirvi le gambe e soprattutto, niente servizi igienici per qualche ora. 

Tutto ha un prezzo e stare davanti a tutti in un concerto prevede una vescica d'acciaio.

>>> nella prossima puntata tutti i consigli per riuscire ad arrivare (per poi restarci) in PRIMA FILA <<<

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